Sarteano: il mio luogo segreto in Toscana

il castello: dai Manenti alla Repubblica di Siena

Le vicende storiche del simbolo di Sarteano
il castello: dai Manenti alla Repubblica di Siena

I primi documenti che parlano del castello risalgono al 1038, quando Sarteano apparteneva ai conti Manenti (al pari dei castelli di Chianciano, Chiusi, Moiane), consorteria longobarda discendente dai Farolfi o Farolfingi, detta anche dei Rimbotti. La sua storia è lunga e gloriosa: documentato appunto fin dal 1038, è poi nominato in un atto del 1170. In effetti si trovava in un incrocio di confini (Siena, Perugia, Orvieto) e su una importante rete viaria. Le mura lambivano un'antica via etrusca, evolutasi durante il Medioevo in una delle principali ramificazioni della via Francigena che, provenendo da quello che sarebbe divenuto lo Stato pontificio e da Chiusi, arrivava al Paglia, per confluire nel ponte Gregoriano all'altezza di Acquapendente, dove si incrociava con altre antiche strade. Sarteano, come dimostra anche l'attuale vicinanza all'autostrada, è stata sempre uno snodo stradale importante (ed eccco perché il Granducato di Toscana aprì gli Uffici finanziari distrettuali qui e non, ad esempio, a Montepulciano). Per la sua importanza strategica, il castello fu oggetto di numerosi assedi in cui rifulse il valore dei difensori: resistette, ad esempio, a quello di Cesare Borgia nel 1503 e a quello dell'esercito spagnolo nel 1552. Per questo, dopo il controllo dei Manenti, cessato nel 1280, fu teatro di molti scontri e lotte fino a quando il Comune di Sarteano si legò in accomandigia con la Repubblica di Siena, nel 1379. Da questo momento il cassero subì una radicale trasformazione ad opera di importanti artisti di scuola senese, tra i quali Lorenzo di Pietro di Giovanni di Lando detto il Vecchietta (1410-1480), Guidoccio d'Andrea e Antonio Federighi. Tra il 1467 e il 1469 il mastio centrale fu dotato di una cinta muraria intervallata da due torrioni circolari e interrotta nel punto di ingresso da un portone con ponte levatoio. Nel 1617 il castello venne donato in uso perpetuo a Brandimarte Fanelli e a tutti i suoi discendenti che lo ebbero in proprietà fino al 1997, anno in cui fu acquistato dall'amministrazione comunale e restaurato.

Il Castello e il suo parco.

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