Sarteano: il mio luogo segreto in Toscana

l'Annunciazione del Beccafumi: un capolavoro

dicembre 2016
la grande bellezza, tra luci e ombre
l'Annunciazione del Beccafumi: un capolavoro

Olio su tavola, cm. 268x260, Sala d'arte Domenico Beccafumi - chiesa di San Martino

L'opera costituisce l'ultima commissione pubblica del Beccafumi. Una supplica dell'artista al Concistoro di Siena, per ottenere il saldo del pagamento, dà certezza della realizzazione: 1546. Il documento non lascia dubbi: informa sul nome del committente, Antonio di Gabriello da Sarteano e sull'incarico all'artista che era stato dato più di tre anni prima, e che il Beccafumi aveva completato l'opera «infra un anno» dalla comunicazione. L'Annunciazione di Sarteano può essere letta come un riepilogo delle esperienze dell'artista senese (Montaperti,1484-Siena 1551): non solo emerge la meditazione sulle opere di Michelangelo, ma viene riutilizzato l'artificio della doppia sorgente di luce che già appariva nella Natività della Vergine dipinta dallo stesso Beccafumi qualche anno prima. La scena presenta i simboli iconografici tradizionali: l'angelo tiene in mano il giglio, simbolo dell'amore puro e virginale, e si presenta con un gesto di preghiera e devozione, come inchinandosi a Maria e al mistero dell'incarnazione di Cristo. La Vergine legge il libro delle preghiere, ma si interrompe per la sorpresa della vista dell'angelo, e si ritrae timorosa. In alto compare la colomba dello Spirito santo, simbolo dell'intervento divino. Beccafumi sottolinea il valore simbolico della colomba facendola diventare fonte di luce. Tutta la scena si svolge dentro la casa di Maria, imponente, con gli elementi architettonici arricchita da drappi verdi, che danno alla composizione una valenza scenografica. Sullo sfondo si apre uno splendido paesaggio, per il quale non si può fare a meno di pensare a qualche scorcio della campagna senese, ogni giorno sotto gli occhi del pittore.


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