Sarteano: il mio luogo segreto in Toscana

quando gli Etruschi fanno spettacolo

31 maggio 2013
Un museo tutto da vivere
quando gli Etruschi fanno spettacolo

Il Museo civico archeologico di Sarteano, che si trova nel cinquecentesco Palazzo Gabrielli, ospita molti tesori, come i materiali provenienti da necropoli che vanno dal IX al I sec. a. C. Di particolare interesse sono i cosiddetti canopi, ossuari in forma umana del periodo orientalizzante (VII sec. a. C.), tra cui quello femminile esposto con in mano l'ascia simbolo del potere, all'interno della ricostruzione della piccola tomba a camera che lo ospitava insieme all'ossuario del figlio. Quindi nella tomba di Macchiapiana è sepolta una donna che deteneva il potere alla fine del VII sec. a. C., ben diversa dalle donne greche e romane che erano costrette dai costumi delle loro società a vivere rinchiuse nei ginecei.
Uno dei reperti più importanti del Museo, presente in molti manuali di etruscologia, è il bel cippo di pietra fetida di San Angelo con le scene dei rituali funebri raccontati sui quattro lati come in un fumetto. Altre scene di vita e di miti si trovano sulle le ceramiche dipinte di V e IV sec. a. C. della necropoli della Palazzina.
Nel piano inferiore, accanto alle testimonianze sulla Quadriga infernale, altre scoperte recenti: il gruppo cinerario con il defunto e il demone Vanth, la statua cinerario maschile e i cippi-ossuario con raffinate decorazioni a rilievo, insieme alle ceramiche attiche e agli oggetti di lusso, come la bella collana d'oro o il manico in osso di specchio. Le famiglie gentilizie importavano ceramiche dalla Grecia, si ornavano di gioielli in oro e facevano scavare grandi tombe per il loro riposo eterno, talvolta facendole dipingere.
In epoca romana continuò l'occupazione legata all'uso delle acque termali, come documentano le belle lastre campana da Colombaio con Afrodite o il severo ritratto di epoca giulio-claudia.
Da non perdere la ricostruzione fedele della Quadriga infernale, con tecniche all'avanguardia mai usate in Italia.

Se vuoi approfondire, visita il sito: www.museoetruscosarteano.it