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Le eccellenze femminili

8 marzo 2015
Un altro sguardo sulle donne
Le eccellenze femminili
In occasione della Giornata della donna, la Nuova Accademia degli Arrischianti, domenica 8 marzo alle ore 18,00 presenta il film-documentario "Per la mia strada" di Emanuela Giordano (Produzione Correnterosa- RAI Cinema).
In un'Italia dove sempre più donne lavorano, i media continuano a ignorare i loro successi mostrando un'immagine femminile stereotipata e modelli, nel mondo del lavoro, quasi sempre maschili.

Il documentario, presentato alla 6a Ed. del Festival delle Eccellenze al Femminile di Genova, nasce dallo stupore prima, e dall'esigenza poi, di render note ai più giovani, nonché ai cittadini-telespettatori italiani in genere, alcune tra le figure professionali femminili eclissate dai media, nonostante i grandi traguardi conseguiti da queste ultime, e per di più in forte contraddizione col fatto di essere state onorate sin dal 2009 dalla Presidenza della Repubblica dei titoli di Commendatore, Cavaliere, Grande Ufficiale, proprio per la loro rappresentatività dell'Italia.

Giovanna, ventenne, per orientarsi nella scelta degli studi universitari, partecipa ad un convegno sulla questione del lavoro al femminile, scoprendo l'esistenza di ben diversi riferimenti a cui potersi ispirare. Donne che non solo hanno raggiunto alti livelli di competenze e responsabilità, avvalendosi esclusivamente delle proprie forze, sacrifici e meriti, ma che hanno valicato i confini dell'eccellenza in ruoli tradizionalmente maschili, quali il direttore d'orchestra e l'ingegnere navale. Come fossero esemplari di una rara specie in via di estinzione (o al contrario di una nuova specie in via di sviluppo), parte per incontrarle una ad una e carpire i segreti della loro eccezionalità.
Squarciato, dunque, l'orizzonte precostituito delle proprie aspettative, e rianimato di volta in volta l'entusiasmo di sognare, di "voler diventare", Giovanna si spinge in giro per l'Europa munita di macchina fotografica, per immortalare simbolicamente e restituire alla memoria collettiva (lì dove le onorificenze presidenziali non sono riuscite a penetrare) donne reali e non chimere utopistiche. Otto donne tra i 30 e i 70 anni, le cui vite meriterebbero ognuna di essere oggetto di singoli documentari, che attraversano nei decenni i mutamenti socio-istituzionali, smascherando la frattura tra le generazioni e condividendo piuttosto sentimenti comuni, comuni anche alla stessa Giovanna, che ora si appresta a costruire la propria complessa identità di donna, moglie, madre, lavoratrice. Per iniziare, nessuna di loro corrisponde allo stereotipo della donna in carriera cinica e glaciale comune a tanta fiction; persino dietro l'uniforme indossata da Samantha Cristoforetti, unica donna nel corpo astronauti dell'Agenzia Spaziale Europea, si percepisce dolcezza e femminilità! Ciò che invece potrebbe non essere un luogo comune è invece l'accenno, all'atavica difficoltà di riuscire a conciliare definitivamente una intensa vita professionale con quella familiare più tradizionale. Dall'infanzia di letture solitarie di Grazia Neri, pioniera del copyright nel fotogiornalismo italiano e internazionale, alla solitudine come scelta di vita di Nadia Urbinati, professore ordinario di Teoria Politica alla Columbia University di New York, per giungere infine alla solitudine strettamente professionale dell'alpinista d'alta quota Nives Meroi, che la vede sola con le proprie forze anche quando il suo compagno di cordata è anche il suo compagno nella vita.
Alcune delle intervistate non nascondono certo di aver raggiunto un giusto connubio tra la sfera privata e quella lavorativa, grazie alla fortuna di una relazione sentimentale con un partner-collega, che possa comprendere e condividere le esigenze e le dinamiche di settore. Nelle parole di molte risuona da un lato l'orgoglio di poter testimoniare l'indiscutibilità del merito, genere neutro, che le ha condotte a coronare con tenacia i propri sogni, dall'altro l'esortazione per il futuro a voler superare gli standard maschili a cui ancora oggi adattarsi per segnare il raggiungimento di certi livelli di esperienza e capacità, puntando invece a coltivare e valorizzare pari ma diverse qualità, tutte femminili, per conseguire gli stessi traguardi.
Convinta sostenitrice di tale pensiero metodologico è la giovane direttrice d'orchestra, Gianna Fratta, secondo la quale la direzione di una concertazione musicale sarebbe molto più nelle corde di una sensibilità femminile che maschile, a fronte di una maggior padronanza dell'intelligenza emotiva. La stessa Fratta, considerata un caso prodigio nel suo campo, riconosce e trasmette alle future colleghe, ma non solo, un prezioso valore aggiunto al guadagno materiale che dalla professione può derivare, ovvero l'investimento culturale e formativo costante. Queste ed altre le ricchezze di confronti che nelle agende dei media istituzionali non riscuotono notiziabilità e a cui forze sociali collaterali cercano di sopperire

http://www.correnterosa.org/corrente-rosa-gira-il-documentario

Ingresso libero